Il sindacalismo federale
Tra il 1893 e il 1901, proprio durante la fase di maturazione camerale, iniziò la parabola del sindacalismo federale.
Le Federazioni di mestiere, accanto alle Camere del Lavoro, si imposero come le più grandi organizzazioni del proletariato italiano.
Lo sviluppo, badate come abbiamo visto, non fu semplice e andò avanti in maniera lenta.
IL 1901 fu l'anno di nascita della principale federazione dell'industria la FIOM (Federazione Italiana Operai Metallurgici).
Lo statuto prevedeva il definitivo collegamento con le altre associazioni.
Nel 1902 contava più di 50mila aderenti.
Successivamente seguirono, a partire dal 1901, i tessili, i vetrai, i chimici e i lavoratori del legno.
Ma il 1901 fu soprattutto l'anno di nascita della FEDERTERRA, In quel periodo l'Italia era ancora un paese a forte prevalenza agricola.
L'Organizzazione era concentrata soprattutto al Nord; ma anche al SUD si registravano parecchie adesioni.
Nel 1901 si iscrissero 150 mila lavoratori, che nel 1902 diventarono 240mila.
La linea rivendicativa era incentrata sul tema della socializzazione della terra.
Le sconfitte del 1903-1904 crearono le condizioni per lo scioglimento della Federazione sostituita da un semplice Segretario.
Nel 1906, sotto la guida autorevole di Argentina Altobelli, la FEDERTERRA risorse su basi riformiste.
Questa volta gli obiettivi furono il controllo del collocamento e l'imponibile di manodopera.
Tale sarebbe rimasta la linea fino al biennio rosso, quando si ebbero momenti significativi e drammatici soprattutto nelle campagne della Bassa Padana.
Il supporto dei riformisti al consolidamento delle Camere del Lavoro fu decisivo.
Questi proponevano innanzitutto l'accettazione dello Stato e la lotta politica dentro le istituzioni, e una più equa ridistribuzione della ricchezza nazionale e il miglioramento della legislazione sociale.
L'altra corrente di pensiero, presente all'interno del movimento, era quella rivoluzionaria che prevedere invece l'abbattimento dello Stato borghese.
Alcune lotte trovarono il punto più alto di sintesi nello sciopero generale cittadino, che venne sperimentato con successo a Genova nel 1902 e successivamente a Torino.
Esperienze simili si ripeterono a Firenze e a Roma.
Vi furono comunque in quegli anni anche dei contrasti tra movimento camerale ed organizzazione federale.
Per sanare questi contrasti, che rischiavano di indebolire il movimento operaio, si costituì a Milano il Segretariato Nazionale della Resistenza, avente come obiettivo la promozione dell'azione e dell'Organizzazione Sindacale.
La guida venne affidata a Rinaldo Rigola, che nonostante l'esperienza non riuscì a sanare i forti contrasti maturati in seno all'organismo.
Le contraddizione raggiunsero l'apice nel 1904 in occasione dello sciopero generale.
Gli eccidi proletari del settembre 1904, basta pensare alla lotta dei minatori sardi di Buggerru che finì in un bagno di sangue con tre morti, spinsero il movimento operaio italiano ad un moto di protesta spontaneo che raggiunse vaste dimensioni sorprendendo gli stessi capi delle organizzazioni operaie.
Il Segretario Generale della Resistenza non fu neanche avvertito dai promotori.
I sindacalisti rivoluzionari si inserirono all'interno di questi scioperi, diventandone dirigenti, in modo da non mancare all'appuntamento del primo sciopero generale nazionale.
Tra il 16 e il 17 settembre lo sciopero si allargò a gran parte dell'Italia settentrionale e centrale.
A Como, Varese, Alessandria, Torino, Bologna, Parma, Piombino, Ancona,Terni, Roma, solo per citare alcune delle città più importanti coinvolte.
L'agitazione generale raggiunse anche il meridione e così Napoli, Bari, Palermo, Foggia, Taranto, e altre città contribuirono affinché questo assumesse la dimensionale "nazionale".
La lotta si diffuse quindi nel Paese, ma il clima stava ormai cambiando.
Le agitazioni del 1905-06, pure profonde, sarebbero state senza guida, prive di coordinamento, in balia dell'attacco padronale che preludeva alla svolta autoritaria degli anni successivi.
I rivoluzionari che avevano presero le redini del Segretariato dimostrarono la totale incapacità a dirigere con successo il movimento.
Tutto questo spinse i riformisti, che erano stati soprafatti come ho detto prima dagli eventi, a creare una nuova struttura unitaria del movimento di classe.
Su proposta della FIOM, si tenne a Milano dal 29 settembre al 1° ottobre del 1906, il Congresso costitutivo della Confederazione Generale del Lavoro (CGdL).