Le Leghe di Resistenza
Queste rappresentarono un salto di qualità notevole , perché si sganciarono dalla vecchia tutela borghese (benestante) per diventare strumenti di tutela di classe autonoma , gestita dal basso.
L'atto costitutivo prevedeva una sorta di manifesto politico con obiettivi sociali ben precisi.
Ma una delle novità principali stava nella possibilità di organizzare agitazioni (scioperi) contro i padroni per denunciare lo sfruttamento operaio e per avere riconosciuti i diritti della persona.
Negli ultimi decenni del XIX secolo il rapporto di lavoro era individuale, le paghe basse, gli orari di lavoro lunghi, la fatica immensa.
La produzione irregolare generava una disoccupazione alta che strideva con il largo impiego di lavoro femminile e minorile.
La cronica mancanza di lavoro e la miseria diedero luogo al fenomeno dell'emigrazione che, tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, coinvolse milioni di italiani.
Questo fiume umano venne indirizzato verso gli Stati Uniti, Francia e Belgio, ma l'emigrazione non allentò le strozzature del mercato del lavoro italiano.
La crisi delle campagne colpì migliaia di braccianti.
Fu in questa fase che si ebbe una diffusione capillare delle idee socialiste e anarchiche.
Alle Società di Mutuo soccorso si affiancarono le prime Leghe di Resistenza caratterizzate da una forte impronta classista che escludeva quasi sempre i piccoli proprietari terrieri.
Nella Bassa Padana, in Veneto, Romagna, Emilia e nel Mantovano, si intensificarono le lotte. Mantova fu il fulcro di queste agitazioni.
Nel campo industriale, nel settore tessile, dove maggiore era lo sfruttamento minorile e femminile, tra il 1861 e il 1877, vi furono A Biella una serie di scioperi che originarono anche una Commissione parlamentare di inchiesta. Le lotte di quel periodo erano frammentarie e disorganizzate.
Andrea Costa, socialista, fu uno dei maggiori uomini di spicco di quegli anni.
I primi partiti politici in Italia (Partito Socialista Rivoluzionario e Partito Operaio Italiano) ebbero una vita limitata ed una scarsa influenza sulle agitazioni operaie.
Il movimento mantenne un carattere spontaneo ed estraneo a qualsiasi centro istituzionale.
Infatti le più significative Leghe nacquero sulla spinta di importanti scioperi come quello dei metallurgici di Genova e di Milano del 1890 e del 1891, dei muratori di Milano nel 1893.
Seguirono quello dei tipografi, dei panettieri, dei setaioli, dei cappellai ed infine dei ferrovieri.
Si trattava comunque di una aristocrazia (élite) operaia, perché la gran parte erano operai di mestiere che svolgevano mansioni praticamente artigiane e che avevano uno spirito fortemente corporativo.